Punti d’interesse
1. PIAZZA DELLA VIA DEL FERRO – CARENA
Coordinate 727 010 / 114 550
La piazza, che è situata in uno slargo della strada cantonale poco prima del villaggio di Carena, costituisce il punto di partenza ideale della Via del ferro. Un statua bronzea, opera dello scultore di Pianezzo Giancarlo Tamagni, rappresenta la fatica di uomini e donne addetti all’estrazione e alla lavorazione del minerale ferroso, che nei secoli scorsi operavano in alta Valle. Sulla piazza si trova la prima tavola tematica della “Via del ferro”, con indicazioni del percorso che da Carena attraverso la Bocchetta di Sommafiume, porta alle valli italiane Cavargna e Albano. Nello stesso punto si trova anche l’albo della Fondazione Valle Morobbia con la cartografia e le informazioni sulle attività dell’ente.
2. CÀ DAL FER
Coordinate 727 160 / 114 340
A Carena esiste ancora la casa della ferriera, detta Cà dal fer, che il medico bellinzonese Giovanni Bruni, associato con altri imprenditori, fece costruire nel 1792/93. All’inizio dell’impresa preindustrale che si concretizzò con la costruzione dello stabilimento industriale comprendente il maglio, l’altoforno e altri edifici in località Monti di Ruscada, l’edificio era adibito a casa padronale, sede degli uffici e alloggio delle maestranze.
3. MAGLIO E FORNO DI CARENA
Coordinate 728.460 / 114.050
Il complesso preindustriale del Maglio e Forno di Carena prese avvio nel 1792/93 per opera del medico bellinzonese Giovanni Bruni. Morto il Bruni, nel 1795, l’attività fu ripresa dagli Airoldi di Lugano, per poi passare, verso il 1820, al milanese C. Ripamonti Carpano e al parigino J. C. de Granier. Il sito comprendeva, oltre all’altoforno e al maglio, alloggi, depositi per il carbone, fucine e locali per la lavorazione dei metalli. L’impresa cessò l’attività nel 1831 a causa di un incendio, forse doloso, che ne provocò il definitivo abbandono. I ruderi del complesso preindustriale del Maglio e Forno di Carena sono stati oggetto di importanti lavori di scavo, consolidamento e restauro che nel 1999 hanno portato alla luce l’antico forno e altre importanti testimonianze. Sul posto si trovano alcune tavole tematiche di approfondimento.
Maglio e Forno di Carena – Ricostruzione ipotetica
Foto: C. Bordoli e Exploratorio.ch
4. CORTE DEL FORNO
Coordinate 728.860 / 114.080
La Corte del forno è il luogo dove nel sec. XV l’impresa comasco-bellinzonese dei Muggiasca lavorava il minerale di ferro estratto dalle miniere e dagli scavi a cielo aperto. Su questo pianoro, attraversato dalla antica mulattiera del San Jorio, si trovavano edifici (depositi di carbone, edifici per il personale) mentre nelle vicinanze del fiume dovevano esserci il forno fusorio e il maglio. L’impianto, gravemente danneggiato agli inizi di dicembre del 1478 dalle truppe svizzere (che in quelle settimane cingevano d’assedio la Bellinzona sforzesca), fu in seguito definitivamente abbandonato.
Piano di rilievo del sito archeologico della Corte del Forno
5. MINIERE DELLA VALLETTA
Coordinate 729.300 / 113.420
Le miniere sono state coltivate sicuramente dal medioevo fino alla prima metà del 1800, ma solamente due fasi sono documentate: quella medioevale (fine 1400 – inizio 1500) e quella più recente della fine del ‘700. Tentativi di esplorazione e di riapertura delle antiche coltivazioni sono stati eseguiti fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Gran parte dei resti ancora visibili consistono in scavi poco profondi, eseguiti per saggiare la qualità del minerale e l’estensione dei filoni. Si suppone che le coltivazioni più importanti avvenissero soprattutto in trincee o scavi a cielo aperto, ancora parzialmente riconoscibili tra i 1100 e 1400 m s.l.m. Il ritrovamento di alcune miniere, fra cui le due riaperte, messe in sicurezza e valorizzate tra il 2006 e il 2007, la Miniera del Pozzo e la Miniera Diritta, confermano l’esistenza di coltivazioni sotterranee, in parte crollate o chiuse alla fine dell’attività estrattiva. L’interno delle miniere è visitabile solo se accompagnati, dalla primavera all’autunno.
Per informazioni (+41) 79 423 16 90.
Foto: Exploratorio.ch e G. Nogara
6. CARBONAIA
Coordinate 729.420 / 113.610
I forni fusori e le fucine funzionavano con il carbone di legna. Le zone boschive erano la principale fonte di approvvigionamento di questo combustibile naturale, mentre il carbonaio era il professionista specializzato nella produzione di carbone. La carbonaia, in dialetto poiatt o puiat, è la catasta di legna da trasformare in carbone. L’accatastamento e la successiva carbonizzazione del legname erano operazioni di estrema precisione e cura ed avvenivano in uno spiazzo livellato, la piazza, dove il carbone veniva prodotto per diversi decenni o secoli. Questa costante attività ha permesso l’accumulo di strati di residui di carbone, ciò che consente di identificare nelle aree boschive le tracce di alcune piazze di carbonaia.
Foto: Exploratorio.ch
7. ALPE DI GIUMELLO
Coordinate 730.440 / 113.600
L’Alpe di Giumello appartiene al Cantone Ticino dal 1917 e da allora è gestito dall’Istituto Agrario Cantonale di Mezzana. In precedenza apparteneva, come pure l’alpe di Giggio, al comune italiano di Garzeno in Valle d’Albano, oltre il passo del San Jorio. Giumello e Giggio furono espropriati dal Cantone, dopo una lunga causa contro il comune italiano, per motivi forestali e si dice “strategici”. L’alpe è composto dal corte principale posto a 1600 m s.l.m. con stalla, locale di mungitura, caseificio, cantina, porcile e alloggio per il personale. Attualmente sono sfruttati, da metà giugno a metà settembre, circa 100 ha di pascoli, che si estendono da quota 1550 m s.l.m. a valle dell’alpe, fino ai 1’800 m s.l.m. della Corte dei Lagoni. Nel periodo estivo sono presenti 60/70 vacche lattifere, il cui latte trasformato produce ca. 800/1000 forme di formaggio d’alpe ticinese D.O.P. Il bestiame non lattifero, manze, manzette e vitelli (80/90 capi), pascola il sottostante alpe della Valletta, (1’200 m s.l.m. ca. 80 ha), dove si trova un altro alloggio per il pastore in località Cassina Nova. L’alpe di Giumello è utilizzato e aperto da metà giugno a metà settembre. Eventuali visite sono da concordare con l’Azienda agraria cantonale di Mezzana (+41 91 816 62 01).
Foto: C. Bordoli e Exploratorio.ch