Presentazione Valle Morobbia
La Valle Morobbia: tra l’antico e il moderno
La Valle Morobbia si sviluppa per circa 11 km fra Giubiasco (quota 254 ms.m.) e il Passo del San Jorio a 2012 ms.m. La valle ha una forma a «V» molto stretta sul cui fondo scorre, profondamente incassato e perlopiù invisibile dall’alto, l’omonimo corso d’acqua. La strada cantonale che sale da Giubiasco, dopo il comune di Pianezzo (il più popoloso della valle) e la sua frazione di Paudo entrambe situati su un terrazzo, continua per 12 chilometri. La strada tocca successivamente gli abitati di Vellano, Riscera, Carmena, Melera, Melirolo e Carena, che insieme formano l’altro comune della valle, Sant’Antonio. In corrispondenza di Carena (1058 m s.m.) la strada principale si arresta. Sul versante opposto, raggiungibile solo a piedi, si trova la zona dei «monti», con le antiche cascine in origine con funzioni rurali, successivamente trasformate in abitazioni per le vacanze e lo svago. Agli inizi del secolo ’19° la Valle Morobbia subì, come la maggior parte delle valli ticinesi, gli effetti negativi dell’emigrazione. Numerosi «Morobbiotti» partirono per cercare lavoro un po’ in tutta l’Europa, negli Stati Uniti e in Australia. A casa restavano i vecchi e le donne che avevano il gravoso compito di allevare la famiglia e di mantenere in vita la magra attività agricola e pastorizia. Era di contro fiorita un’attività di contrabbando che sopperiva alle necessità di sopravvivenza, non solo della popolazione locale, ma di tutto il distretto. L’attività era esercitata per lo più da gente del posto, utilizzando la vecchia mulattiera del San Jorio, che nei secoli era caduta in disuso e favoriva il commercio fra i due versanti del confine. Questo contrabbando durò poco oltre la fine della seconda guerra mondiale, quando le aumentate possibilità di approvvigionamento lo resero gradatamente inutile. Nel dopoguerra, le condizioni di vita migliorarono e così pure le possibilità di lavoro, nel pubblico impiego a Bellinzona e Giubiasco e nelle altre attività commerciali insediatesi nel frattempo sul Piano di Magadino